Un luogo d’incontro per giovani italiani e stranieri, in una terra che rappresenta un ‘ponte’, non solo ideale. Su iniziativa di una rete di associazioni e organismi (comunità missionaria intercongregazionale, vicariato di Pozzallo, Suore Salesiane di Pozzallo, Migrantes e Caritas diocesane di Noto, Terres des hommes, Centro mediterraneo Giorgio La Pira), con il sostegno della Fondazione Val di Noto, è stato inaugurato, a Pozzallo, «ITE», Youth meeting point, il Centro d’incontro tra giovani italiani e stranieri che ha sede presso i locali delle Suore Salesiane di Pozzallo. Il centro è aperto, al momento, il mercoledì e la domenica, dalle 16 alle 20.

“È facile lamentarsi che per le strade delle nostre città girano giovani senza metaspiega il missionario don Ganni Treglia -, diversi per colore, cultura, e proprio per questo percepiti a minacciare la nostra occidentale tranquillità. Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati che sbarcano sulle nostre coste è aumentato in maniera esponenziale in questi ultimi mesi. Questo fenomeno ha messo in crisi un po’ tutta la macchina dell’accoglienza istituzionale, non essendo adeguatamente preparata a ricevere un così alto numero di persone, per di più minori. Per questo motivo, nei luoghi di sbarco, a Pozzallo per quello che riguarda la nostra diocesi, non è difficile imbattersi in gruppi più o meno numerosi di giovani che ‘spendono’ il loro tempo nulla facendo tra le strade della città. Proprio a Pozzallo, dal mese di maggio 2017, si è voluto creare un centro di aggregazione giovanile. Il progetto intende offrire uno spazio ai tanti giovani minori non accompagnati presenti a Pozzallo, o perché accolti in centri a loro dedicati, o perché ospitati al porto in attesa di collocamento (attesa che dovrebbe non superare i tre giorni, ma che di fatto spesso si prolunga per settimane se non addirittura mesi). Questo spazio, creato presso le Suore Salesiane, è pensato come luogo in cui i giovani stranieri che giungono sulle nostre coste possano incontrare giovani italiani. Non si ha la pretesa di offrire particolari attività, ma soprattutto creare motivi di incontro che, seppur difficile a causa dalle molteplici lingue parlate, sia facilitato dal comune linguaggio dei giovani: il gioco, la musica, … e qualsiasi attività in cui il giovane si riconosce. Tanti sono i nostri giovani che chiedono di potersi impegnare in qualcosa di concreto. Crediamo che questa sia una buona occasione: incontrare l’altro, giovane con giovane, diversi per lingua, colore e cultura, non solo permette di condividere i pochi pani e pesci, ma anche di poter godere della conoscenza del mondo altro che, altrimenti, fa solo paura e crea pregiudizi”.