ECONOMIA SOLIDALE

Una terza progettualità, all’interno della Fondazione di Comunità Val di Noto mira a collegare sviluppo ed intervento sociale, favorendo la nascita di un’Agenzia dell’economia sociale per promuovere veri e propri soggetti socio-economici di nuova imprenditorialità, che abbiano anche l’obiettivo della prevenzione e del reinserimento delle persone socialmente vulnerabili.

 

All’interno di questa progettualità, è utile promuovere un fondo di rotazione che aiuti le cooperative giovanili (come sperimentato in molte esperienze legate al Progetto Policoro e ai suoi Centri di animazione territoriale) ad avviare e consolidare idee di impresa sociale, capaci di unire ideali e attenta e realistica lettura delle possibilità. Si favorisce anche l’utilizzo, per forme di economia sociale, di beni (immobili e terreni) confiscati alle mafie o messi a disposizione da enti e privati. Per esempio si sono individuati terreni delle due diocesi, Siracusa e Noto, che permettono la coltivazione di erbe officinali, oggi molto richieste dal mercato. Si è quindi creata una società consortile in grado di unire materia prima, manodopera, competenze al fine di creare un ciclo completo di produzione, lavorazione, commercializzazione delle erbe officinali. Si assumono come esemplari le esperienze dell’Arcolaio di Siracusa o della ‘Porta di economia solidale’ nei locali della chiesetta di Sant’Elia a Noto.

ECONOMIA SOLIDALE – PROGETTI ESEMPLARI

FRUTTI DEGLI IBLEI

Il progetto di agricoltura sociale “Frutti degli Iblei”, finanziato nel suo avvio, dalla Fondazione di Comunità Val di Noto, è giunto ad un punto cruciale del suo percorso. E’ stato infatti avviato il primo ciclo di lavorazione delle erbe aromatiche ed entro l’anno, in tutte le botteghe del commercio equo d’Italia, saranno vendute le erbe dei Monti Iblei, con il marchio Solidale Italiano, distribuito da CTM Altromercato. Nel progetto sono già occupate otto persone, tra cui tre extracomunitari ospiti dei centri Sprar di Canicattini e Floridia, un detenuto e un disabile. Partito come esperienza pilota di agricoltura sociale, il progetto sta assumendo un significato importantissimo rispetto al tema sempre più attuale e drammatico dell’immigrazione, infatti rappresenta un esempio virtuoso di integrazione, dove l’operosità delle persone immigrate, incontrando quella della popolazione locale, riesce ad aprire filoni nuovi di sviluppo civile ed economico condiviso.

LA PORTA DI S.ELIA

Un  punto vendita presso la chiesetta di S. Elia in via Nicolaci  di proprietà della Diocesi di Noto per prodotti solidali, provenienti dalle realtà di economia sociale del territorio; il progetto è anche un’opportunità di inclusione socio lavorativa di un gruppo di disabili legati al progetto “Casa Tobia” gestito dalla coop. “Shaqed” di Noto. Il bisogno al quale l’iniziativa  risponde può essere definito come diffuso e globale: esso è  avvertito dalla comunità, dalla cittadinanza tutta che solo in alcuni casi sporadici riesce a proporre soluzioni fattive. Il bisogno della comunità, legato alla realizzazione di un percorso comune di economia sotto principi e modelli nuovi, dove il denaro non mortifichi il lavoro e la qualità del risultato dell’agire sia conoscibile e misurabile da tutti, si concretizza su tre aspetti: inclusione sociale, relazioni di reciprocità, tutela dell’ambiente. Tre aspetti che possono riassumersi nella necessità di realizzare un sistema locale di welfare comunitario.

Ospitalità e pensieri mediterranei

La disponibilità di un bene di proprietà dell’Istituto san Benedetto che, messo a disposizione del territorio, attraverso un comodato con la Fondazione San Corrado, concretizza la possibilità di un centro dalle molteplici valenze a servizio della crescita sociale, culturale ed economica nell’orizzonte del bene comune.

La molteplice destinazione  descritta nel formulario si condensa nel titolo del progetto “ospitalità e pensieri mediterranei”, poiché si pensa di coniugare la spiritualità benedettina con la visione del Mediterraneo come mare di pace (Pozzallo è approdo di migranti che segnano il futuro del mondo che sta nella convivialità delle differenze) propria di Giorgio La Pira. Peraltro la Villa, collocata tra Modica (sede del Monastero delle Bendettine e città della benefattrice) e Pozzallo (città natale del “Sindaco santo”) si inserisce nel paesaggio collinare che degrada verso il mare costituendo quasi un balcone sull’orizzonte del mare ma inserendosi al tempo stesso nel paesaggio rurale che con i suoi muri a secco rimanda a quella piccola proprietà contadina che ha preservato questo territorio rispetto alle mafie. Per cui un bene ridato al territorio come luogo di riflessione, incontro tra culture ed ospitalità (pensando a forma di lavoro inclusivo e giovanile) acquista anche valenze fortemente simboliche. Che si accrescono se si pensa che ci si raccorderà con altre forme di economia solidale (laboratorio dolciario e focacceria don Puglisi e un ristorante solidale dentro un’altra azione di utilizzo di beni per la comunità), di corali attività educative come quelle della Casa don Puglisi, del cantiere educativo Crisci ranni, della Casa dell’Arca, del progetto Policoro e di altro associazionismo che terrà vive dimensioni civiche, solidali, culturali anche grazie alla capacità dimostrata da tempo dei soggetti partner di lavorare in rete e generare reti più ampie.